Paolo Di Canio stamattina ha incontrato la stampa inglese per la prima volta in veste di allenatore del Sunderland. Incarico, questo, che ha già procurato un vortice di polemiche di cui vi abbiamo raccontato. Conseguenza principale: le dimissioni da direttore non esecutivo del club di David Miliband, deputato laburista ed ex ministro degli Esteri. Motivo: le note simpatie fasciste dell’ex calciatore di Juve, Napoli e Lazio.
La conferenza stampa di oggi è stata aperta con l’invito da parte della società inglese di parlare soltanto di calcio. Cosa che, naturalmente, non si è verificata, inevitabilmente. E così Di Canio, quando gli è stato chiesto se si ritiene fascista, ha ribadito che “la mia vita parla per me” e che si tratta di una questione “ridicola e patetica” peraltro che fa riferimento a molti anni fa (nel 2005 rivolse il saluto romano alla curva laziale); quindi ha insistito:
Io non voglio parlare più di politica per un motivo: perché io non sono in Parlamento, io non sono una persona che si occupa di politica; parlerò solo calcio.
L’idolo dei tifosi laziali ha proseguito:
Ho detto tante parole in passato e la gente ha scelto le parole che volevano; non posso continuare ad andare avanti così, per la mia vita e la mia famiglia.
Quando un giornalista ha citato il caso dell’Associazione dei minatori di Durham che hanno chiesto di ritirare la bandiera presente allo Stadium of Light finché Di Canio sarà allenatore, il 44enne romano ha sentenziano che “le persone che parlano in questo modo non capiscono Paolo Di Canio”. Infine ha sbottato:
Chiamate Trevor Sinclair, chiamate Chris Powell (entrambi ex calciatori, anche del West Ham, Ndr), chiamate Phil Spencer (il suo agente, Ndr), che è ebreo. Chiamateli e chiedete loro chi è Paolo Di Canio.
Durante l’incontro con i giornalisti si è parlato anche di calcio giocato. Di Canio ha assicurato di credere nella salvezza del Sunderland (in zona retrocessione al sedicesimo posto in Premier League) aggiungendo:
I media continuano a definirmi un italiano pazzo, ma io sarei pronto a scommettere qualsiasi cosa sulla salvezza del Sunderland.
L’ex allenatore dello Swindon Town ha quindi confessato di non aver esitato nemmeno un secondo quando gli è stata proposta la panchina dei Black Cats:
Quando mi è arrivata la telefonata del Sunderland, ho sentito la pancia andare a fuoco. Sarei venuto qui anche a nuoto. Con le mie energie e la mia determinazione sono sicuro che potremo fare qualcosa di buono nelle sette partite che ci aspettano. (…) Io pretendo solamente che i miei giocatori diano tutto, fino all’ultimo minuto di gioco
Infine, Di Canio, che esordirà domenica prossima contro il Chelsea allo Stamford Bridge, ha rivelato che “ero pronto due anni fa per la Premier League” e che cercherà in tutti i modi di far cambiare idea alle persone scettiche sul suo conto”.
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